Autenticità della certificazione del pellet
Pubblicato da Nicola La Morgia in Manutenzione · 30 Dicembre 2019
SI FA SUBITO A DIRE PELLET

A molti è capitato di andare ad acquistare il pellet da utilizzare nelle stufe per riscaldamento e venire accolti con frasi tipo “Questo è il migliore, è Austriaco”, “Costa un po’ di più ma è certificato”. Ecco, la certificazione a cui ci si riferisce è la EN Plus A1 . Tra i vari parametri da rispettare, c’è quello che il pellet deve provenire da legno vergine e non deve essere trattato con sostanze chimiche aggiunte.
Ora veniamo ai fatti:
Dall’inizio della stagione invernale, mi è capitato più volte di intervenire su stufe che non funzionavano correttamente. Mi sono trovato di fronte a bracieri intasati da blocchi che sembravano delle fusioni. Durante l’ultimo intervento, mi sono trovato davanti alla situazione che si vede nelle foto seguenti.


La stufa andava in blocco per mancanza di tiraggio.
Dall’ultima pulizia del braciere, l’utente ha consumato 3 sacchi di pellet.
Per prima cosa ho verificato se il pellet era certificato, sul sacchetto ho trovato la scritta DIN EN Plus A1.
A questo punto abbiamo ripulito la stufa e ho avvicinato una potente calamita ai detriti rimossi dal braciere.
Con mia grande sorpresa si è verificato quello che vedete nella seguente foto.

I residui sono essenzialmente composti da materiale ferroso, per cui il pellet non rispetta i requisiti della EN Plus A1. Data la notevole presenza di materiale ferroso, mi viene da pensare che questo pellet è stato ottenuto dal riciclaggio di bancali non più adatti alla spedizioni.
Quando acquistate il pellet, l’unico consiglio che posso dare è quello di farsi rilasciare dal venditore una copia del certificato, dove si attesta la conformità alla norma EN Plus A1.
Ricordo inoltre che l’utilizzo di pellet certificato è OBBLIGATORIO se avete usufruito degli incentivi Conto termico 2.0.